A mio fratello

Caro mio frato,
la tua partenza oggi e la tristezza entra nelle nostre vene.
I giorni di festa son finiti e, dall’adattamento iniziale alla tua partenza, sono stato troppo poco con te.
Poco.

È sempre poco perchè vorrei averti più vicino e condividere con te le piccole grandi cose della quotidianità. Vorrei vedere i tuoi occhi stanchi dal lavoro, i tuoi occhi gioiosi per Maria, i tuoi occhi doloranti per l’incidente, i tuoi occhi determinati nel rincorrere i tuoi sogni.

E vorrei che tu guardassi i miei.

Parti, parti perchè sei un cervello in fuga, per essere riconosciuto e rispettato nel lavoro. Sei sempre stato bravo nello studio, sei sempre stato fantasioso, curioso ambizioso, ma attento e sensibile nei confronti dell’altro.

Ora ti sposerai, vivrai fuori, chissà dove.

E chissà se farò parte della tua nuova famiglia. Tu sarai lontano ed io farò di tutto perchè tu sia felice e ti aiuterò nel tutelare la tua famiglia.

Tu sei un frato eccezionale, attento, premuroso.

Da bambino ti guardavo con ammirazione: tu sapevi costruire con i Lego, la tua stanza si trasformava in oceano, la moquette tappeto veniva alzata per fare le onde e le tue navi fluttavano sulle onde ed io le distruggevo perchè il mio fare era irruente e diabolico, tu ti arrabbiavi, poi ti chiudevi in camera e con ostinazione riparavi tutto.

Si, io ero tremendo. Tu eri super.

Poi subito mi hai voluto bene e hai capito che non lo facevo per odio ma perchè non sapevo fare altro.

Poi hai sopportato i miei pianti notturni, le mie problematiche ti hanno tenuto lontano da amici, da gioie e da allegrie. Hai vissuto in una casa dove il rincorrermi era una normalità, dove il tentare di capirmi un’ambizione ostinata.

E tu hai  sofferto ma sei entrato in questo ruolo in maniera attenta e attiva.

Io ho due genitori e un fratello che hanno lottato per sconfiggere pregiudizi, difficoltà.

Tu eri preso in giro perchè eri diverso, un meraviglioso diverso.

In un tema mi avevi paragonato ai pesci perchè io amavo e amo andare sott’acqua dove il silenzio la fa da padrone e i pesci tra loro hanno linguaggi muti o con suoni strani per noi e tu speravi che da qualche parte del mare ci fosse un pesce capace di comunicare con me.

Mamma pianse per quel tema ma a scuola non fu capito e tu ne soffristi molto, ti sentisti isolato e non capito.

Non ti attaccavi ai giochi adolescenziali perché avevi già capito che la vita serba sorprese e se non sei abile e libero nelle tue idee e se non sei in grado di affermare i tuoi diritti la tua vita non sarà mai piena e ricca. 

E questa libertà può dartela lo studio e la curiosità nel scoprire cose nuove ogni giorno amando le piccole cose quotidiane.

Tu hai seguito i consigli severi dei nostri genitori e oggi ami la vita e puoi rendere grazie per quello che sei.

Senza la tua figura tante cose io non le avrei fatte, tu sei stato la mia guida, attraverso te ho imparato l’amore per lo studio, la determinazione nel raggiungere degli obiettivi e soprattutto la forza di tirar fuori le energie quando non ce la faccio più, quando sono stanco e vorrei solo restare in silenzio.

Oggi sei partito, in casa scende il silenzio, la quotidianità riprende.

Poi vivo in attesa dei prossimi giorni da passare insieme, fare programmi e pensare al futuro.

L’attesa del natale si ripropone ogni volta che parti, in essa c’è la tristezza della mancanza e la gioia dei prossimi giorni da passare insieme.

E io forte penserò al tuo ritorno.