
Poi, io trovo qualche parola che riprende a passeggiare per la mente. Posso trovare qualche parola che riemerge dopo uno sprofondare nell’abisso. Sto vivendo un film? Un incubo? O una guerra? Ma per fortuna sto ancora vivendo. Vivo nella bellezza della natura, nella bellezza del creato, nella bellezza della famiglia.
Resto attonito nel sentire le notizie sui tg che mi sconfortano e mi rincuorano. È una guerra mondiale tra l’uomo e la forza della natura. Tra il progresso e la resilienza della natura che crea e mette in atto armi invisibili e devastanti. Quindi la domanda che mi viene è: chi è l’uomo?
Amante della natura e della sua bellezza, ma capace di distruggerla, di pretendere un cammino nell’assurda lotta per un progresso irresponsabile che con poco gli si rivolge contro. Assurdo tutto questo!
E mi chiedo dove si colloca l’intelligenza umana? Dove risiede la sua intelligenza se è capace di non capire fin dove può portare il limite? Se non è capace di trovare equilibri e compromessi? Se ancora pensa che il business è più importante dell’uomo, se continua ad accrescere la forza economica di pochi creando diseguaglianze e schiavitù e non rispettando chi veramente ci permette di abitare questo pianeta? se il rispetto per la natura che sempre si dimostra più forte degli uomini viene così sottovalutato, l’uomo dovrà fare battaglie ben più ardue per assicurarsi la vita su questo pianeta.
Mi sento fortemente arrabbiato per l’arroganza la presunzione di tutti gli uomini sulla terra. Bisognerebbe sentirsi ospiti sul pianeta e rispettare la casa altrui.
Io vivo qui, in campagna, e non mi pesa il mio isolamento. Come tutti coloro che vivono in campagna, ho tutto: i miei, la natura che sboccia, che ripropone puntuale la rinascita, insistente e meravigliosa. Ho un mondo isolato che si addice al mio essere. Non ho rumori, non ho stress da ritmi incessanti, non ho paura di dovermi rapportare con gli altri, sono in un piacevole isolamento. Ho sempre desiderato vivere così la mia quotidianità. Non faccio fatica ad accettare il ritmo lento della natura. È meraviglioso potersi prendere cura di lei, del giardino, guardando il fiore che spunta e la nuova foglia che nasce. Quella che invece non amo per niente è la paura di perdere gli affetti. Di perdere quelle persone che mi sono care che ora non posso vedere e che mi mancano.
Poi sogno, sogno un mondo migliore. Sogno che il ritmo lento possa continuare. Sogno di riuscire a rivedere tutti.
Grazie Carlo.
Ti leggo con enorme interesse.
La tua scrittura è puntule, compressa e naturale, come una gemma.
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