Commossi e malvagi

Ho ascoltato il volo delle note sulla tastiera di un pianoforte e le dita che abili e veloci volteggiavano con precisione erano di Ezio Bosso. Una musica che ha emozionato e sconvolto milioni di persone, che ha travolto tutti, incantati dalla sua abilità e, come è stato scritto, dalla sua forza interiore di gestire una malattia che lo travolge.

Poteri di grande genialità sapientemente costruiti fin da piccolo, talento non nascosto, passione coltivata con studi e con meriti, hanno fatto di Bosso un pianista che lascerà nella storia il suo nome.

Però quello che mi suscita malinconia è che, fermo restando che la sua musica entra dritta nel cuore ed emoziona, mi sono sentito tirato in causa nel difendere e dar voce a tutti quei disabili che, colpiti da malattie, lottano ogni giorno per affermare le proprie abilità e la propria dignità. Persone che non hanno le capacità perché viene loro negata la possibilità di costruire abilità, persone che vivono senza potersi difendere dalla incapacità e dalla stoltezza di chi dovrebbe invece difendere la loro dignità.

Allora ho pensato a quanta contraddizione distingue l’uomo nella sua giornata. Si commuove per le abilità di Bosso, uomo fortunato perché ha i mezzi interiori e materiali per affrontare la vita, poi però leggiamo di maltrattamenti e di malvagità quotidiane e frequenti su persone non autonome e incapaci di ribellarsi. Frastornarsi dei risultati felici e ammirevoli di chi ha trovato la strada per redimere la sua condizione deve stimolare a far sì che questi non restino episodi elitari, ma diventino la quotidianità. Tanti disabili ora riescono a far emergere le proprie abilità, ma questa dovrebbe essere la normalità e non l’eccezione.

Penso che le abilità acquisite da un disabile valgano il doppio di quelle di chi le acquisisce senza fatica, ma tutti abbiamo il diritto di salvaguardare la nostra dignità. Tutelare il rispetto per l’altro, chiunque esso sia, è importante quanto commuoversi sulle note di Bosso.