Oggi ti guardavo, Abdul, e guardavo i tuoi occhi. I tuoi occhi sono gli occhi di un mondo che non conosco, di un mondo lontano, di un mondo dove le famiglie sono importanti e dove tutti si aiutano tra loro. Tu hai lasciato i tuoi affetti per venire in Italia, forse alla ricerca di qualcosa che potesse aiutare te e la tua famiglia. Sei arrivato da lontano, sei arrivato con un volto nuovo, i tuoi lineamenti non sono simili ai nostri, non solo quelli apparenti ma anche quelli che non si vedono, quelli che hai dentro, che spesso nascondi con energia. Non sempre vuoi mostrare i tuoi sentimenti, non sempre ci riesci. Ormai abbiamo imparato anche noi a conoscerti e riusciamo a capire quando l’ansia, la paura, la tristezza o anche la gioia viene mascherata dal tuo fare, a volte un po’ schivo, altre un po’ più libero.
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